Nelle giornate del 7 e 8 ottobre, ESAC - Euromediterranean Seascapes Archeology Center ha condotto un intervento di recupero di alcuni reperti archeologici metallici ad alto rischio di trafugamento, individuati sui bassi fondali a nord di Brindisi in località Punta Penne e pertinenti all'armamento di un relitto spiaggiato di età moderna, presumibilmente cinque-seicentesco.
L'intervento ha visto la partecipazione del personale della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo e dell'Università del Salento, e il generoso supporto del 1° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera, di stanza a San Benedetto del Tronto, grazie a un accordo di cooperazione tra il Dipartimento di Beni Culturali UniSalento e la Direzione Marittima di Bari.
Il Nucleo, istituito fin dal 1995, si occupa, tra le altre cose, di conservazione e tutela dell'ambiente marino e del patrimonio archeologico sommerso nell'Adriatico e nello Ionio, nonché di importanti operazioni di soccorso e salvaguardia della vita umana in mare. Inoltre ha partecipato alle operazioni il Reparto Operativo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Bari.
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