Il recente riconoscimento della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO continua a risuonare nel dibattito culturale nazionale. Durante la serata dedicata alla celebrazione del prestigioso traguardo, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha offerto una riflessione che apre un dialogo profondo tra arte, identità e tradizione gastronomica.
“La cucina italiana è cultura”
Per Giuli, la cucina è una forma d’arte che definisce noi stessi e il nostro modo di vivere.
“Non soltanto la cucina italiana è cultura, ma la cultura è cucina italiana”, ha affermato sottolineando come, dietro questo riconoscimento internazionale, vi sia un'intera nazione che si identifica in gesti quotidiani legati alla convivialità, alla cura della terra e alla valorizzazione dei saperi artigianali.
Nelle parole del Ministro emerge l’idea di un benessere che non è soltanto fisico, ma morale: un patrimonio che si fonda su biodiversità gastronomica, tradizioni radicate e un paesaggio umano fatto di paesi, borghi e città unici al mondo.
Un mosaico che permette di percepire — anche attraverso il cibo — la profondità della cultura italiana.
Il fuoco come origine del rito e dell’identità
Nel suo intervento, Giuli ha evocato la dimensione antropologica e simbolica della cucina:
“La cucina è il luogo dove arde il fuoco. Da quando l’uomo ha trovato sé stesso nella dimensione familiare e comunitaria, si riunisce intorno al fuoco.”
Un’immagine che richiama il ruolo della cucina come spazio primigenio dell’arte: un luogo dove si creano legami, dove prende forma la comunità e dove si trasmettono i gesti che definiscono l’identità collettiva.
In questa prospettiva, la cucina diventa una vera e propria pratica rituale, un laboratorio creativo in cui si mescolano storia, memoria e cultura materiale.
Un riconoscimento che parla anche al mondo dell’arte
Il legame tra gastronomia e cultura, sottolineato dalle parole del Ministro, si inserisce pienamente nel dibattito contemporaneo sulle arti performative e sulle pratiche creative radicate nei territori. La cucina, come altre espressioni culturali riconosciute dall’UNESCO, è una forma di narrazione collettiva: un’arte viva, che si tramanda oralmente e attraverso gesti, e che continua a evolversi pur rimanendo fedele alle sue radici.
Il riconoscimento internazionale, celebrato insieme al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e al Presidente del Senato Ignazio La Russa, non è dunque solo un traguardo gastronomico, ma un'affermazione della centralità del cibo come linguaggio culturale.
Tra arte, tradizione e identità
La cucina italiana, nel suo dialogo costante tra estetica, territorio e comunità, si conferma una delle forme più potenti e immediate di espressione culturale. Il suo ingresso nel patrimonio immateriale dell’UNESCO non fa che ribadire ciò che artisti, antropologi e studiosi sanno da tempo: che la creatività non nasce soltanto nei musei o negli atelier, ma anche tra i gesti quotidiani, nelle cucine, intorno al fuoco.
Un’arte che si assapora, si tramanda e continua a raccontare l’Italia.
11/12/2025







Inserisci un commento