PALERMO – Inaugurato oggi, 23 maggio, a trentatré anni dalla strage di Capaci, il Museo del Presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino apre le sue porte a Palazzo Jung, nel cuore di Palermo. Non un semplice memoriale, ma un luogo vivo, concepito per traghettare il visitatore nel presente e nel futuro, portando con sé il peso e l’eredità di una battaglia civile ancora attuale.
Il museo, ideato e curato da Alessandro De Lisi, raccoglie oggetti personali, installazioni immersive e documenti originali che raccontano la storia di due uomini, ma anche di un'intera nazione in lotta contro la mafia. Tra i reperti più toccanti: la bicicletta di Paolo Borsellino, la poltrona e la penna preferita di Giovanni Falcone, le sue agende annotate con appunti personali, e perfino la fotocopiatrice usata durante il Maxiprocesso, simbolo dell’instancabile lavoro giudiziario svolto dai due magistrati.
Un angolo del museo è dedicato alla sveglia di Antonio Montinaro, capo scorta di Falcone, un oggetto semplice ma denso di significato, che lo accompagnava ogni giorno. E poi, sorprendente e tenera, la collezione di papere di Giovanni Falcone, nate da un errore giudiziario che lui stesso decise di trasformare in simbolo di umiltà e autocritica. “Ogni tanto Paolo gliene faceva sparire una, lasciandogli un biglietto con scritto: se rivuoi la papera indietro, devi dare cinquemila lire”, racconta Vincenzo Di Fresco, presidente del Museo.
Tra le opere esposte, spicca l’installazione artistica "La linea del tempo", che ripercorre i momenti cruciali della lotta alla mafia. E poi la cosiddetta "foto impossibile", in cui i grandi eroi dell'antimafia compaiono trionfanti, letteralmente al di sopra dei mafiosi rappresentati come figure basse, viola, simbolo di lutto e penitenza. “Il nostro obiettivo – spiega Di Fresco – è far comprendere che ognuno può fare la propria parte, come diceva Falcone”.
Una sezione speciale è riservata a foto di famiglia e installazioni digitali immersive, tra suoni di elicotteri e cori di rivolta popolare, che trasportano lo spettatore nel clima drammatico e vivo degli anni Ottanta e Novanta. “Questo sarà un luogo dove i ragazzi di Palermo potranno conoscere davvero Giovanni e Paolo – sottolinea Maria Falcone, sorella del magistrato e presidente della fondazione a lui intitolata –. Giovanni è cresciuto proprio qui vicino, in questa zona: dimostrazione che chiunque, se vuole, può farcela”.
Il Museo del Presente non è solo un tributo alla memoria: è un invito alla responsabilità. È un ponte tra la storia e la coscienza civile, un appello a non dimenticare e a continuare a combattere, ogni giorno, con gli strumenti della legalità, dell’istruzione e della cultura.
23/05/2025
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