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LA MALEDIZIONE DI OTZI

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Tra il 19 e il 22 settembre del 1991, sulle Alpi dell’Alto Adige venne ritrovata la “Mummia del Similaun”, da due coniugi, Erika e Helmut Simon, durante un’escursione. Otzi’ oppure ‘Oetzi’, il nome scelto per il preistorico  cacciatore, è lungo 154 centimetri, pesa 13 kg, sul corpo sono stati individuati oltre 50 tatuaggi, ed è vissuto circa 5.300 anni fa. L’età gli fu attribuita solo nel 2008, grazie al radiocarbonio.

Inizialmente si credette che la Mummia fosse un alpinista austriaco scomparso relativamente pochi anni prima, per questo il recupero venne effettuato senza troppi accorgimenti, danneggiando anche diverse parti del corpo. Il ritrovamento, di inestimabile valore, essendo un esemplare di Homo Sapiens, per molte persone è considerato portatore di disgrazie. Visto il numero considerevole di decessi dopo esservi venuti a contatto, come per Tutankhamon, in molti credono che siano dovuti alla cosiddetta “maledizione di Otzi”, che ha colpito alcuni dei responsabili del ritorno alla luce “del l'uomo venuto dal ghiaccio.

Fino ad oggi sono sette le persone decedute, tra cui proprio Helmut Simon, il responsabile della scoperta, il cui corpo, sparito durante un’escursione su un ghiacciaio austriaco, venne ritrovato dopo diverse settimane di ricerche. Tra le altre vittime, tutte morte in età piuttosto giovane e in circostanze drammatiche,l’archeologo dell’Università di Innsbruck, Konrad Spindlerl’ultimo scomparso che studiò per primo la mummia, morendo a 55 anni per una rara forma di sclerosi.

Nonostante la credenza, sono migliaia i turisti che non curanti della maledizione, ogni anno si recano al Museo Archeologico dell’Alto Adige’ per osservare l’Uomo del Similaun, conservato in una speciale cella frigorifera, costruita appositamente per lui.

 

19/09/2021

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