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IL CIBO SULLA TAVOLA DEI COMICI

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In principio erano le comiche. La torta in faccia, capace di far ridere tutti, senza bisogno di parole, definisce quel patto tra cibo e comicità che ha trovato spazio in tanti film di tante epoche diverse. Stanlio e Ollio coperti di panna ne “la battaglia del secolo”, tra le torte che volano per tutta la via, sono il simbolo di questo modo di ridere schietto e pulito. Ed è proprio da i due comici americani che inizia questo piccolo viaggio tra le risate in tavola.

Stanlio e Ollio hanno una fame da lupi. E per accontentarli il padrone di casa scoperchia una elegante cloche dicendo «cominciamo dal tacchino». Sotto la cloche non si trova un tacchino, ma piccole sferette. «Si tratta di una delle mie invenzioni – spiega l’ospite – tacchino essiccato e disidratato. Niente più tempo perso davanti ai fornelli, niente più cibo sprecato, niente pentole e padelle, basta con i pomeriggi passati a lavare i piatti». I commensali possono scegliere tra carne rossa e bianca, e se accompagnare il piatto con cavolini di Bruxelles, patate e salsa di mirtilli. Ovviamente tutto disidratato, alla faccia della cucina molecolare. Dopo la perplessità iniziale, i due sembrano convinti, al punto che Ollio asserisce: «il purè di patate è una favòla!».

Ne “la febbre dell’oro” Chaplin cucina la sua scarpa. La fa bollire, e con il tocco di un esperto la infilza con la forchetta per verificare che sia cotta a puntino. La scola, la dispone nel piatto con cura, la bagna con un mestolino dell’acqua di cottura e la porta in tavola. Dopo aver affilato il coltello, la taglia, separando la suola dalla tomaia. Le stringhe si servono a parte. I chiodi? Buoni da succhiare, come gli ossetti di un pollo.

Indimenticabile  Jerry Lewis contro gli spaghetti. Lunghi, sottili e indomabili, si ribellano, strisciano fuori dal piatto, non vogliono farsi mangiare. Quando si alzano in piedi come dei serpentelli, Jerry tenta di incantarli suonando un immaginario flauto. Non è il solo incontro con la pasta italiana che il genio comico avrà: nel film «Pazzi, pupe e pillole», 14 anni dopo, Lewis finisce per arrotolarseli intorno al braccio, formando un manicotto di pasta al sugo.

Quegli spaghetti che provocano Alberto Sordi in “un americano a Roma” rendendolo un'icona del buon cibo mediterraneo



20/02/2021

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