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BANKSY, MAESTRO DI GRAFFITI NEGLI ANNI '90

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Un nuovo capitolo si aggiunge alla leggendaria storia di Banksy, il celebre e sfuggente street artist che ha conquistato il mondo con le sue opere incisive e provocatorie. Questa volta, però, non si tratta di una nuova installazione in una metropoli o di un’asta milionaria, ma di una serie di scatti inediti pubblicati dalla BBC, che ritraggono Banksy negli anni Novanta mentre insegna l'arte dei graffiti a un gruppo di adolescenti in un centro giovanile di Bristol.

Le foto, gentilmente concesse da Peter de Boer, allora responsabile del centro, offrono uno sguardo raro e intimo sull'artista agli albori della sua carriera. Pur non svelando il volto di Banksy – accuratamente oscurato per rispettare la sua volontà di anonimato – le immagini testimoniano il suo impegno sociale e la passione per l’arte come strumento di espressione e riscatto.

Gli inizi di Banksy: un artista per i giovani di Bristol

Negli anni Novanta, Banksy non era ancora il mito globale che conosciamo oggi. Non aveva ancora realizzato opere iconiche come The Mild Mild West (1999), il murale che raffigura un orsacchiotto che lancia una molotov contro la polizia, e che segnò la sua affermazione sulla scena internazionale. A quei tempi, il giovane artista di Bristol veniva chiamato per workshop artistici con un compenso modesto: 50 sterline a lezione.

Peter de Boer racconta come tutto ebbe inizio: "Avevo il suo numero di telefono, quindi gli chiesi di venire da noi e realizzare alcuni progetti artistici. Era davvero entusiasta". In quegli incontri, Banksy insegnava le tecniche del graffiti e dello stencil, le stesse che lo avrebbero reso celebre in tutto il mondo, a ragazzi provenienti da quartieri svantaggiati. Una vocazione, quella di Banksy, che andava ben oltre la creazione artistica: il suo obiettivo era condividere un’arte capace di dare voce a chi non ne aveva.

Un’arte perduta ma non dimenticata

Ironia della sorte, molti dei progetti realizzati da Banksy durante quei workshop sono andati perduti. De Boer stesso ammette di aver cancellato alcuni stencil, oggi inestimabili, per fare spazio ad altre attività artistiche. Un dettaglio che rende questi scatti ancora più preziosi: sono una delle poche testimonianze rimaste di quel periodo formativo, in cui Banksy non era ancora un’icona ma già mostrava i tratti distintivi del suo stile e della sua filosofia artistica.

Un volto ancora senza nome

Nonostante la pubblicazione delle foto, il mistero attorno all’identità di Banksy rimane intatto. De Boer, infatti, ha chiesto alla BBC di oscurare il volto dell'artista, per rispettare quella riservatezza che Banksy ha sempre difeso con tenacia. Il suo anonimato, d'altronde, è parte integrante del suo mito: un messaggio potente in un'epoca in cui l’esposizione personale è spesso sinonimo di successo.

Banksy, l’arte come missione sociale

Queste immagini ci restituiscono una visione inedita di Banksy: non solo street artist rivoluzionario, ma anche educatore e ispiratore. Il suo lavoro nel centro giovanile di Bristol dimostra come l’arte possa essere un ponte tra realtà diverse, uno strumento per coltivare creatività e dare speranza a chi vive in contesti difficili.

Mentre le sue opere continuano a fare il giro del mondo e a infrangere record d’asta, queste foto ci ricordano che l’essenza di Banksy non risiede solo nei murales da milioni di sterline, ma anche nella sua capacità di parlare ai margini della società e, forse, di cambiarli un graffito alla volta.

Un Banksy senza volto, ma con una voce che risuona forte.

16/01/2025

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